
Apr 30, 2020 / 1:00PM
di Linda Cioni, stagista Villa La Pietra NYU, Scuola di specializzazione in Beni storico-artistici, Università di Firenze,
con Francesca Baldry, Collection Manager.
“In casa sua ciascuno è Re” (fig.1). È forse questo il proverbio che più rappresenta il periodo di confinamento che stiamo vivendo nelle ultime settimane.
Corredati dai nostri oggetti più cari, gli ambienti della nostra abitazione possono trasformarsi in quelli di una dimora fiorentina del Quattrocento, come Villa La Pietra, dove tra dipinti, sculture, arredi collezionati dalla famiglia Acton è possibile farsi travolgere da alcuni oggetti d’arte particolari che stimolano la nostra curiosità, ma che ci invitano anche a riflettere.
Qui, nella “Saletta delle Grottesche” si trova un singolare Tavolo del XVIII secolo (Fig. 2) il cui piano è decorato con tarsie di Scagliola a comporre una vera e propria antologia figurata di proverbi e modi di dire italiani, tra i quali troviamo il famoso “Chi dorme non piglia pesce”, che ci invita a non trascorrere passivamente questo periodo di quarantena nell’ozio totale, ma a mettere a frutto il tempo libero che ci è stato concesso per ripartire riposati sì, ma più forti e arricchiti di prima (Fig. 3).
A Villa La Pietra i proverbi punteggiano anche altre opere d’arte presenti in collezione. Sul fregio lapideo del Caminetto, in una delle sale in cui gli Acton intrattenevano i loro amici, è infatti possibile trovare il motto “NEQ NVLLI NEQ MVLTIS AMICVS” da ricondurre al verso latino Neque nullis sis amicus neque multis (Non essere amico né di nessuno né di molti) di Esiodo (Fig. 4). Mai come oggi lo possiamo comprendere a pieno. Vivere senza la frequentazione di un amico sembra spiacevole, tuttavia questo allontanamento dalla normale vita sociale può essere un’occasione per ripensare intensamente ai nostri affetti, a quelli veri che contano oltre la distanza fisica.
Il tema dell’amicizia si ritrova poi nella stampa settecentesca rappresentante il detto “Donna che à molti Amici, à molte lingue mordaci” (Fig. 5). Essa fa parte di una serie di incisioni all’acquaforte conservate in alcune stanze private al primo piano della Villa. La serie è tratta dalla Raccolta di quaranta proverbi toscani illustrati dal pittore fiorentino Giuseppe Piattoli (1743 – 1823), incisa su rame da Carlo Lasinio (1759-1838) e pubblicata in due edizioni, nel 1786 e nel 1788, da Niccolò Pagni e Giovanni Bardi a Firenze. Alla seconda tiratura, composta da scene impaginate orizzontalmente, apparterrebbe l’acquaforte “Tutto cede alla Beltà” (Fig. 6), dove una giovane donna dall’abito en chemise discinto giace, semidistesa, su un lit de repos.
La sua attenzione è tutta rivolta alla lettura di carte d’amore che il giovane in marsina sulla destra le sta porgendo. Egli ha deposto le sue armi a terra, totalmente rapito dalla vista di quella. Intanto, sulla sinistra un altro gentiluomo si astrae dai propri impegni e siede sugli stessi volumi di solito al centro dei suoi interessi. Porge alla donna quelli che sembrano una conocchia e un fuso. L’arte e la bellezza ci salveranno, anche in questo momento difficile. Alla corretta lettura della scena interviene anche l’iscrizione sottostante (detta quartina): “Virtù non vi è che alla beltà resista, non bastano contro lei le dotte carte. Non severo Caton, non crudo Marte e in vecchio petto maggior forza acquista”.
La serie mette in scena frazioni di vita quotidiana di nobili e povera gente della Firenze leopoldina, tra usi, costumi e modi di vivere che forse non ci appartengono più, ma che racchiudono insegnamenti validi anche nel presente: “sono i proverbi di esperienza figli, e sono all’opre altrui scorta e consiglio”. Il detto “Corpo satollo non crede al digiuno” (fig. 7) denuncia la cecità di chi vive nell’abbondanza e non si accorge della miseria altrui. È insomma un invito ad essere più solidali con gli altri, specialmente in questo frangente storico.
Col virus un’intera generazione di nonni, la nostra memoria storica, se ne sta andando lasciando un vuoto incolmabile. Con essi un bagaglio non solo affettivo ma anche culturale rischia di andar perduto per sempre. Forse la conoscenza e la lettura dei proverbi, o detti popolari, tra le poche righe di questo articolo potrà rendere loro omaggio. “Col tempo e con la paglia maturan le nespole” (Fig. 8) recita un’altra antica sentenza. Occorre attendere dunque, ma non abbiate fretta, col tempo si perfezionano le cose e tutto andrà per il meglio.
Didascalie per le immagini:
Fig. 1, 2, 3, 8 Manifattura toscana, Tavolo con piano in scagliola, XVIII secolo, cm 76 × 133 × 68 (29 15/16 × 52 3/8 × 26 3/4 in.), Villa La Pietra, Saletta delle Grottesche.
Fig. 4 Caminetto, ricostruzione della fine XIX secolo, pietra serena, cm 243 × 253 × 32 cm (95 11/16 × 99 5/8 × 12 5/8 in.), Villa La Pietra, Sala del Caminetto.
Fig. 5 Carlo Lasinio (1759-1838) da Giuseppe Piattoli, Donna che à molti Amici, à molte lingue mordaci, 1786, acquaforte, cm 30.5 × 22.5 (12 × 8 7/8 in), Villa La Pietra, primo piano.
Fig. 6 Carlo Lasinio (1759-1838) da Giuseppe Piattoli, Tutto Cede Alla Beltà, 1788, acquaforte, cm 32.5 × 41 cm (12 13/16 × 16 1/8 in.), Villa La Pietra, primo piano.
Fig. 7 Carlo Lasinio (1759-1838) da Giuseppe Piattoli, Corpo Satollo non crede al digiuno, 1788, acquaforte, cm 32.5 × 41 cm (12 13/16 × 16 1/8 in.), Villa La Pietra, primo piano.
Bibliografia:
– P. D’Ancona, Due libri di disegni popolareschi di Giuseppe Piattoli, pittore fiorentino del secolo XVIII, in “L’Arte” 1909, pp. 261-68.
– A.Forlani Tempesti, I contadini della Toscana, Milano 1970, pp. 7-10.
– P. Cassinelli Lazzeri, Carlo Lasinio: proverbi e folclore, in “Antichità Viva”, XXXII, 1993, 2, pp. 24-29.
– Eadem, Carlo Lasinio: incisioni, catalogo della mostra, Firenze 2004.
– V. Di Piazza, Carlo Lasinio, in Dizionario Biografico degli Italiani, LXIII, Roma 2004, pp. 803-806;
– C. Pazzini, È meglio un uccello in gabbia che cento in aria. Proverbi figurati nell’età dei Lumi 1786-1788: incisioni di Carlo Lasinio dalle collezioni della Uguccione Ranieri di Sorbello Foundation, catalogo della mostra, Perugia 2005.
– V. Baldi, 1765-1790. Appunti di storia del costume in Toscana durante il regno di Pietro Leopoldo attraverso le stampe di Giuseppe Piattoli, in “OADI”, 11, 2015. http://www1.unipa.it/oadi/oadiriv/?page_id=2276#footnote_2_2276
– C. Pazzini, La quadreria dei marchesi Bourbon di Sorbello a Perugia: un esempio di quattro secoli di collezionismo in Umbria, in “Bollettino della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria”, 111, 2014, pp. 513-580.
– E. Da Rotterdam, Adagia (1533) 2017, ed, a cura di Lelli E., n. 2537.