di Melba Pearson, stagista Villa la Pietra NYU, Program in Museum Studies NYU, con Francesca Baldry, Conservatrice Collezione Acton, NYU Florence

Tema della settimana: Il sacro e il profano 

LINK PER INVIARE LA TUA STORIA

Per secoli gli uomini sono stati affascinati dalle rappresentazioni della vita quotidiana e degli eventi significativi. Questo fascino si può manifestare in vari modi, ma storicamente è espresso nella creazione di piccole figure, incredibilmente realistiche, che rappresentano le condizioni umane, l’uomo nel suo percorso di vita ordinaria. Più comunemente, questi personaggi si potevano trovare nelle scenografie della Natività di Cristo, in particolar modo in quelle della tradizione napoletana, dove la realizzazione di questi presepi e personaggi è stata per secoli, e lo è tutt’oggi, parte integrante del tessuto culturale. Queste figurine hanno accattivato e pervaso l’esperienza umana in vari modi: dalle collezioni museali, all’iconico albero di Natale del Metropolitan Museum of Fine Arts a New York, fino alle vetrine festive dei grandi magazzini, contribuendo a una contraddistinta atmosfera natalizia. Inoltre possono essere anche collezionate e ammirate per interesse che va oltre il loro messaggio religioso. I personaggi rappresentano infatti uno sguardo magico nel mondo delle miniature, che richiama la mentalità della casa delle bambole, e altre immagini che stimolano l’immaginazione e la creatività.

Nel suo saggio Il presepio. Antropologia e storia della cultura (Einaudi 2018),  il filologo Maurizio Bettini associa il presepe della natività alla nascita mitologica di un dio o di un eroe, sottolineando che i personaggi di complemento (contadini, mercanti, civili, così come i pastori e i re magi) aggiungono un’atmosfera di mitologia alle scene. Egli argomenta che queste figurine rappresentano i donatori dei presepi nello stesso modo in cui i santi o altri personaggi venivano dipinti per rappresentare i donatori nei dipinti religiosi del Rinascimento. Anche se non abbiamo una correlazione specifica tra i personaggi e i donatori di un particolare presepe, non è un concetto difficile da accettare che i personaggi del presepe rappresentano l’umanità intera, individui che sono influenzati dalle responsabilità terrene della vita, nel contempo da eventi importanti o unici come quello della nascita del Messia. L’intento originale della tradizione napoletana, la finalità di questi ulteriori e variegati personaggi, era di rappresentare il rapporto fra il sacro e il profano, di rappresentare l’umanità cruda nella quale si trovò Gesù quando nacque. Le figurine rappresentano i personaggi che sono spesso venerati nelle storie della bibbia: i poveri, i contadini, la classe operaia, i mercanti, ed i bambini e gli anziani. «Le scene domestiche della natività celebrano l’umiltà e la povertà del Bambino dalla sua nascita, un evento che richiede accettazione e pietà, gioia e pace per la salvezza ricevuta come dono», come scrive Bettini. Infine, questi personaggi rappresentano un collegamento viscerale fra il sacrificio di Cristo e la nostra intima umanità. Tuttavia, i personaggi dei presepi venivano spesso collezionati al di fuori della loro specifica narrazione, come è possibile vedere in modo particolare nella collezione degli Acton a Villa La Pietra.

La storia dei personaggi del presepe inizia con la tradizione della rappresentazione stessa della Natività: secondo la leggenda, nel XIII secolo, San Francesco d’Assisi fu il primo a rappresentare la nascita di Cristo usando figure umane ed animali reali 1. Queste scene, detti presepi, iniziarono in un secondo momento ad essere presenti in forma di statue vestite nelle chiese di Napoli, e altrove, dai primi anni del XIV secolo, e, successivamente, dalla metà del XV secolo, gli scultori di Napoli cominciarono a disegnare e creare personaggi elaborati e scenografie per le chiese e le abitazioni civili. In origine le figure furono create in legno o terracotta, poi dal XV secolo esse furono ridimensionate a dimensioni di 30-45 cm. per poter essere collocate in abitazioni private e spazi più intimi. Intorno a questo periodo gli scultori iniziarono ad utilizzare anche la cartapesta per poter offrire un oggetto più economico ai loro clienti.

Di norma i personaggi sono divisi in due tipi: i presepi (da praesepium, o culla, in Latino), gruppo di figure che rappresentano la nascita di Cristo, e i pastori, le figure non-religiose che si basano su stereotipi popolari, quali contadini, braccianti, panettieri, mendicanti, ostesse, pastori, e altri. Dal XVII secolo, la maggior parte delle collezioni di presepi comprende ambedue le tipologie, in un miscuglio unico fra sacro e profano che ricorda lo spettatore della connessione intima tra Cristo ed i soggetti più umili della società. La raffigurazione della gente ordinaria che vive una vita normale contrasta magnificamente con la natura celebrativa del Natale e la nascita di Cristo, evidenziando allo stesso tempo l’umanità di Cristo e le circostanze umili della sua nascita.

Fig. 1 – Presepe della Reggia di Caserta

Le figurine del presepe erano particolarmente popolari tra il XVIII e il XIX secolo, e sono di questo periodo quelle raccolte nella collezione Acton. Al XVIII secolo risale l’immenso presepe allestito nel Palazzo Reale di Caserta2 (fig. 1), che gli Acton possono aver visitato e visto in una delle loro frequenti visite in Campania. Sappiamo inoltre che la famiglia aveva probabilmente legami di parentela con Sir John Acton, segretario di stato del re di Napoli Ferdinando IV (regno 1789 al 1804).3

Nel Settecento, i presepi cominciarono ad incorporare anche elementi architettonici e naturali: caverne, grotte, e anche architettura greca o romana (enfatizzando la vittoria di Cristo sul paganesimo) fornendo uno sfondo ai personaggi, aggiungendo un ulteriore senso di realismo e teatralità. Oggi a Napoli vengono creati ancora più di 200.000 personaggi all’anno, utilizzando quasi sempre le inalterate tecniche originali dei secoli scorsi.

Fig. 2 – Vetrinetta secondo piano, Villa La Pietra

La collezione Acton include un gruppo importante di questi personaggi napoletani, tutti datati tra il XVIII e il XIX secolo (fig. 2). Anche se non sappiamo perché sono stati acquistati, possiamo ipotizzare che probabilmente furono portati a Villa La Pietra nei primi vent’anni del XX secolo, quando si forma la collezione e, quando questo il collezionismo di figure di genere andava di moda ed era considerato oggetto di curiosità. Le statuine della collezione sono quasi tutte alte fra i 12 e 44 cm., in legno o cartapesta policromi, con altri componenti in tessuto. Si tratta di circa 50 pezzi che includono varie donne con bambini (ma sorprendentemente non vere e proprie Madonne con Bambino), molti animali (cavalli, tori, asini, e un caprone), una scena di caccia, almeno due San Giuseppe, un gruppo raffigurante la Vergine Maria con i bambini Gesù e San Giovanni Battista, bambini, soldati, contadini, pescatori, donne anziane, e persone che interagiscono con animali. Il numero esiguo di Madonne con il Bambino, come la mancanza di pastori, mostrano che l’interesse principale non era religioso; infatti se gli Acton avessero raccolto i pezzi con lo scopo di formare un presepe completo, avrebbero avuto più gruppi raffiguranti la Madonna e  Bambino infante nella mangiatoia.

I personaggi della collezione Acton sembrano costituire quindi una raccolta eclettica di figurine non specificatamente in relazione una con l’altra: una scena di caccia (fig. 3), un Moro (un re Màgio) con il cavallo (fig. 4), e una figura di San Giuseppe (fig. 5), senza alcun collegamento narrativo.

Fig. 3
Fig. 4
Fig. 5
Fig. 6

Essi rappresentano bensì esempi eccellenti della capacità artistica degli artigiani napoletani. Le figurine non sono disposte seguendo uno stile narrativo, ma sono esibite nelle varie stanze della villa in teche di vetro (fig. 6), enfatizzando maggiormente l’idea che esse fossero state collezionate per la loro bellezza, i loro materiali e per interesse artistico. La loro varietà e il modo in cui sono disposte sembrano piuttosto riferirsi al concetto della “camera delle curiosità”, riferibile a una consolidata tradizione dell’eredità culturale e artistica italiana (dagli Studioli del Quattrocento in poi).

Fig. 7

La qualità delle figure si apprezza osservando in dettaglio gli attributi della Madonna con Gesù e San Giovanni Battista (fig. 7):

la veste della Madonna è ricchissima di dettagli dorati, ed il suo viso mentre guarda un libro è calmo e sereno, apparentemente indisturbata dal bambino in braccio, che si allunga verso il basso per abbracciare il cuginetto.

 

Fig. 8

Oltre a essere presenti in tante collezioni museali nel mondo, questi bellissimi presepi e pastori sono ancora oggi esempi vivi della cultura popolare, specialmente durante il periodo natalizio, fra i quali spicca quello che viene messo in mostra in occasione delle festività, insieme all’Albero di Natale, dal Metropolitan Museum of Art di New York 4 . La collezione del Met è composta di oltre 250 personaggi napoletani, tutti sistemati con cura ogni anno, raffigurando il tran tran della vita mondana che circondava la gloriosa nascita del Bambino Gesù. Le figurine fanno parte della collezione di Loretta Hines Howard: furono esposte sin dal 1957 e poi donate al museo nel 1964 e rappresentano circa quarant’anni anni di meticolosa ricerca da parte della collezionista. L’albero di Natale di 6 metri è decorato con 80 angeli e cherubini, e sotto ad esso viene ricreata una rappresentazione di Napoli e della sua società che si sviluppa intorno alla Sacra Famiglia. Nella mostra si trovano animali, contadini, mercanti, i Magi, e gli umili cittadini di Napoli, che ci ricordano molto quelli della collezione Acton e che rappresentano una calda rappresentazione del lavoro, delle tradizioni, e della vita quotidiana del popolo napoletano.

Fig. 9

Un’altra iconica, ma ora tristemente persa, rappresentazione del presepio e dei pastori veniva allestita nelle vetrine di Natale nel negozio principale di Lord & Taylor5 nella città di New York. Per circa cent’ anni, questo centro della vendita al dettaglio della città era il leader degli allestimenti delle vetrine di Natale, creando scene magiche, commoventi, buffe e accattivanti con personaggi in miniatura. Anche se non avevano niente a che fare con gli articoli natalizi in vendita, le scenografie attiravano grandi moltitudini di spettatori incuriositi nel vedere quali nuove storie e momenti il negozio aveva creato di anno in anno. Ogni scena elaborata includeva figure in legno, porcellana, cartapesta e terracotta, con dettagli minuti, bellissimi tessuti per gli abiti e accessori elaborati (fig. 9).

I personaggi napoletani della collezione Acton sono un segno tangibile del ruolo importante di questo genere di arte nelle raccolte locali ma anche nell’ambito del collezionismo internazionale. Il mix eclettico delle figurine nelle teche di Villa La Pietra enfatizza inoltre il contrasto tra sacro e profano, ritraendo una passione collezionistica della famiglia rivolta a mescolare tematiche religiose e vita quotidiana.  I personaggi dei presepi sono un altro esempio del modo in cui la collezione Acton è speciale ed affascinante per i suoi tanti registri di lettura.

 

Note:

1. Laura Morelli, “Neapolitan Nativities”, Italy Magazine, 12/10/2019.
“The Art of Nativity Scenes in Naples”, Napoli Artigianato Artistico, Bonnie Alberts, “The Neapolitan Creche – The Art of the Presepio”, 12/3/2010.

2. Philippe Daverio, “The Royal Crib at Caserta”, Arte.it

3. Peter Gunn, The Actons, Hamish Hamilton, London, 1978, pp. 51-114.

4. Celebrating the Holidays at the Met: Five Things to Know”, 12/13/2018.

5. Verena Dobnick, “Lord & Taylor’s Christmas windows soon to be part of New York’s past”, November 26, 2018.