Apr 10, 2020 / 8:18AM
di Francesca Baldry, Conservatrice Collezione Acton, NYU Florence
Se le due mandorle degli occhi rimangono visibili, pur con bocca e naso coperti, si può comunque comunicare, esprimere, condividere.
Gli occhi sono la nostra identità e il nostro linguaggio. ‘Sogniamo a occhi aperti’; ‘chiudiamo un occhio’, perché non vogliamo infierire; ‘non alziamo gli occhi dal lavoro’ se il lavoro ci piace e capita anche di non riuscire a ‘staccare gli occhi da una persona’ se quella persona è vicina al nostro cuore.
Basta avere un seppur lieve difetto di vista, o aver sofferto, o visto qualcuno soffrire, di una patologia oculistica, ed ecco che si diventa devoti a Santa Lucia, patrona della vista. Pure se non si è credenti, il fascino dei santi, e di lei in particolare, è irresistibile.
A Villa La Pietra si conserva un dipinto su tavola con una Santa Lucia in trono, affiancata dai santi Antonio Abate alla sua sinistra, e un giovane martire alla sua destra; tutti e tre tengono libro in mano, simbolo di saggezza
“Santa Lucia in trono con Santo martire e Sant’Antonio Abate” di Bicci di Lorenzo (1373 – 1452), 1420 circa, tempera su tavola, cm. 135 × 95.5. Villa La Pietra, Sala Rossa. NYU Florence.
L’opera, forse pensata come tavola d’altare per una cappella gentilizia dedicata a Santa Lucia, fu dipinta con ottima tecnica a tempera ad uovo da Bicci di Lorenzo, esponente di una delle più fiorenti botteghe familiari fiorentine, fra Tre e Quattrocento, situata nei pressi di piazza Tasso in Oltrarno e luogo di formazione di alcuni importanti pittori come Lo Scheggia e forse Masaccio.
Gli Acton collezionarono due opere di questo artista e le collocarono entrambe in una delle stanze a carattere rinascimentale, la Sala Rossa.
Sala Rossa a Villa La Pietra, foto di Paolo Tosi, 1995. NYU Florence
Nella grande tavola, alta 130 centimetri, colpiscono subito i due piccoli occhi che ci osservano dall’interno di una lampada, da cui esce una piccola fiammella che illumina e che la santa porge al fedele.
La lanterna e gli occhi di Santa Lucia, particolare del dipinto di Bicci di Lorenzo.
Gli occhi, che identificano sempre la santa, non sono però il simbolo del suo martirio, bensì rappresentano la luce del suo cuore, capace di illuminare i giorni più tetri e difficili.
Vediamo ora chi era questa santa di grande carattere.
Santa Lucia è vissuta alla fine del III secolo ed è morta martire all’inizio del IV secolo. Lucia nacque a Siracusa in Sicilia da una nobile famiglia che praticava il cristianesimo, studiò tantissimo e conosceva brani a memoria del nuovo testamento. Nel 301 accompagnò la madre sulla tomba di Sant’Agata per chiederne di lei la guarigione; la tradizione narra che durante la preghiera Sant’Agata apparve e parlò a Lucia sostenendo che già le sue preghiere erano sufficienti per chiedere la Grazia, e come lei era ritenuta la protettrice di Catania così Lucia lo era per Siracusa. Lucia aveva consacrato segretamente a Dio la propria verginità, e dato che fu promessa, contro il suo parere, in sposa ad un uomo che si era invaghito della sua straordinaria bellezza, dopo la guarigione della madre ottenne la libertà sulla decisione di non sposarsi e anche di donare i beni di famiglia ai poveri. Fu lo stesso fidanzato, rifiutato, a denunciarla davanti al governatore di Siracusa Pascasio, rendendo nota la sua fede cristiana. Processata, si difese citando la Parola di Dio, fu condannata a trasferirsi in un postribolo, ma per azione divina, nessuno riuscì a smuoverla dal suo intento e nemmeno spostarla, neppure quando fu tirata a forza dai otto buoi, come vediamo nella splendida predella di Jesi (Ancona) di Lorenzo Lotto con Santa Lucia davanti al governatore Pascasio.
“Santa Lucia davanti al governatore Pascasio”, predella della Pala di Santa Lucia di Lorenzo Lotto (1480 -1556), olio su tavola, cm. 69×32, 1525 – 1532. Pinacoteca Civica di Jesi (Ancona).
Allora fu condannata al rogo, ma le fiamme non furono efficaci, infine morì con un colpo di spada alla gola. Era il 13 dicembre dell’anno 304. Prima dell’introduzione del calendario gregoriano (1582), la festa cadeva in prossimità del solstizio d’inverno, da qui il detto “Santa Lucia il giorno più corto che ci sia”, ma non coincise più con l’adozione del nuovo calendario (21 o 22 dicembre). La celebrazione della festa in un giorno vicino al solstizio d’inverno è probabilmente dovuta anche alla volontà di sostituire antiche feste popolari che celebrano la luce e si festeggiano nello stesso periodo nell’emisfero nord. La santa è infatti amata anche in molti paesi Scandinavi.
In Italia è venerata in molte città in Sicilia, Toscana, Marche, Lombardia (a Bergamo è lei che porta doni ai bambini) e in Veneto, in particolare a Venezia dove le sue spoglie furono portate nel 1204, dopo essere state prima prelevate da Siracusa nel 1040 dal generale bizantino Giorgio Maniace e portate a Costantinopoli. Arrivate a Venezia, le spoglie della santa furono portate nell’isola di San Giorgio Maggiore, poi trasferire nella Chiesa di Cannaregio e in seguito, a causa della costruzione nel 1862 della stazione ferroviaria dedicata poi a Santa Lucia appunto, la chiesa venne demolita e il corpo fu definitivamente trasferito nella vicina chiesa di San Geremia e Lucia in cui attualmente riposa.
I segni che accompagnano l’iconografia della santa sono la palma che indica il martirio, il giglio della sua verginità, la spada con cui fu uccisa, la lampada accesa e gli occhi su un vassoio che non rappresentano il martirio come abbiamo visto, ma il significato della sua vita e del suo nome: la luce (Lux) del cuore e la sua forza.
Gli occhi, è proprio vero, sono lo specchio del cuore.
“Santa Lucia” di Francesco del Cossa (1435-1477); tempera su tavola, cm. 77.2 × 56, 1473-74, scomparto superiore destro del Polittico Griffoni conservato nella National Gallery of Art di Washington.
Bibliografia
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Gozzi Giancarlo, Santa Lucia Storia, Culto, Tradizioni, Editoriale Sometti, Mantova, 2002
De Voragine, Jacobus, Legenda aurea, 1260-1298, Bruno W. Häuptli, Freiburg, 2014
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http://www.getty.edu/vow/ULANFullDisplay?find=&role=&nation=&subjectid=500002727
http://www.artcyclopedia.com/artists/bicci_di_lorenzo.htm